UN NUTRIZIONISTA DEVE CONSIDERARE ANCHE AMBIENTE E POLITICA

UN NUTRIZIONISTA NON DEV’ESSERE UNA BOLLA NELL’OCEANO
Chi legge questo tipo di articoli può, a giusta ragione, essere sorpreso dal fatto che spaziano dalla biochimica degli alimenti all’inquinamento da guerra climatica elettromagnetico, dalla fisiologia umana all’attività fisica, dalla nutrizione alla psicologia sociale, dall’epigenetica alla cultura, dalla psiconeuroendocrinoimmunologia alle imposizioni vaccinali, dalla antropologia alla filosofia. 

Che un nutrizionista non si concentri soltanto su metabolismo, calorie e consigli alimentari, può dar l’idea che si proponga come tuttologo, che voglia arrogarsi la presunzione di conoscere di tutto di più, semmai finendo poi nel paradosso di non saper occuparsi con reale competenza di ciò che dovrebbe essere il suo bravo orticello.

Il punto, però, è che noi siamo una continuità che si propaga dalla notte dei tempi con memorie genetiche che riverberano da milioni di anni e con variazioni evolutive non casuali, ma indotte dalla cultura e dagli stimoli ambientali; siamo scatole craniche sempre più sigillate da opportunismi mediatici, in conflitto con un esercito corporeo di centinaia di miliardi di cellule la cui superiore e divina intelligenza tendiamo a ignorare, quella intelligenza che ha come primo obiettivo una sopravvivenza che dia tempo alle nostre inimmaginabili risorse di generare degli adattamenti che permettano resistenza, resilienza ed evoluzione, comunque, sempre e ovunque. Proporre o subire una cosiddetta dieta, aspettandosi un determinato risultato, come se ci fosse una concatenazione causale semplice e diretta del tipo di togliere o mettere delle patate da un sacco, rappresenta tutta la stupidità che trionfa oggigiorno nei circoli dei cosiddetti esperti della nutrizione e che si diffonde a macchia d’olio nelle inebetite popolazioni di replicanti alla deriva.






Ebbene, un nutrizionista che si focalizzi esclusivamente su cibo, calorie e peso e, se è già più evoluto, solo sui risultati della analisi di composizione corporea o delle analisi cliniche, intendendo l’essere umano come una entità con una storia che comincia solo dalla sua nascita e che è avulsa dall’ambiente fisico-chimico volutamente intossicato da geoingegneria clandestina, dal contesto sociale, dalle esperienze prenatali o infantili, dagli stimoli motivazionali e frustranti in cui è immerso, dai condizionamenti mass mediatici da cui è bombardato, dalle interazioni affettive, dalle sostanze che gli vengono somministrate, come gli squilibranti vaccini o dai farmaci che ritiene di dover prendere, ha lo stesso senso che ha una bolla che svanisce nell’oceano.

Il cibo interagisce con un popolo di cellule con memorie genetiche che valicano di gran lunga  a ritroso il momento della propria nascita, come dimostrato dalla EPIGENETICA, e queste cellule sono contestualmente sollecitate ad adattarsi a emozioni e sostanze chimiche, come evidenziato dalla PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA, e in lotta con un ambiente che umanoidi deviati e potenti disseminano di trappole chimiche e sociali. 

In un campo di  tal pur suggestiva battaglia, se la persona direttamente interessata e il consulente nutrizionista non si pongono fianco a fianco, entrambi come ricercatori obiettivi e determinati, nonché affascinati da tale ricerca, ben consci di ritrovarsi in un mare magnum dai connotati almeno inizialmente ignoti e arcani, non si arriva da nessuna parte, sempre che l’obiettivo sia permettere l’espressione e lo sviluppo di tutte le proprie capacità psicofisiche, con la naturale conseguenza di ottimale funzionalità organica e della sublimazione estetica, e non il poter indossare momentaneamente abiti di due taglie in meno per il matrimonio del proprio trasognato cognato o per la cerimonia di battesimo di qualche pur del tutto rispettabile marmocchio o per apparire più sexy per accalappiare l’ennesimo evanescente partner.











La nostra pregressa nutrizione e, addirittura, le modalità della nutrizione o l’entità dei traumi psicofisici dei nostri avi, insieme alle sostanze chimiche che respiriamo e che ci facciamo iniettare o somministrare e alle emozioni che ci ritroviamo a vivere, sono un terreno minato e sconosciuto, di cui aver rispetto e considerazione, che influisce profondamente sulle nostre risposte a un nuovo percorso alimentare. Il cibo che entra nel nostro corpo interagirà con tutto un immenso archivio di fini memorie e informazioni volte a trovare adattamenti vitali. 
Quando una persona non ottiene i risultati che si aspetterebbe da una cosiddetta dieta, che dovrebbe essere una sana reimpostazione iper-nutriente del proprio metabolismo, non deve pensare che sta fallendo, ma che ha appena iniziato una ricerca sul Sé e sulle sue interazioni con l’ambiente, non solo presenti ma anche passate, nonché primordiali. 

Se or dunque non ci si concede i tempi adeguati per spostarsi sanamente e gradualmente dall’equilibrio precario in cui il proprio organismo si è rifugiato per provare a sopravvivere, significa solo che ci si vuole rotolare nell’ignoranza più bieca e autodistruttiva.


Ebbene, infine, paradossalmente, se è vero, come si sta qui sottolineando, che il cibo non è il solo fattore che determina la nostre condizioni di salute ed estetiche, è altrettanto certo che è il solo elemento che può permetterci di esplorare con maggiore energia, lucidità e intuitività le tenebre delle nostre essenze, difendendoci da un ambiente ormai tendenzialmente avverso, sempre che come nutrizione si intenda iper-nutrirsi in modo completo e saziante nella prima parte del giorno, in modo da magnificare tutte le capacità percettive e di azione, e non di atteggiarsi, barcollando, a fachiri o guru di terza categoria in improbabili e grottesche performance di anoressia acuta, seguendo inattuabili consigli e fantozzeschi rimbrotti da spaventapasseri in camice bianco e in anima incartapecorita da nozioni ridotte al surreale.
Questo articolo e questi argomenti fanno parte del libro “SI SALVI CHI SA – Dieta Bio-Sofica, epigenetica e P.N.E.I. per l’evoluzione psicofisica e immunitaria” – Edizioni Hermes – Roma – 2020.

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